sabato 9 ottobre 2010

Torta di carote e amaretti alla Naeratus - Una golosa gnammoricetta originale!!!

Ehm ehm...Chiedo umilmente perdono per l'assenza dalle cucine 2.0: il leviatano dell'università mi ha trascinato in uno psichedelico vortice di studio-tesi-accesso alla magistrale ed altre operazioni masochistiche sulla mia persona che non starò qui a descrivere. Avrà ceduto il nostro eroe Naeratus alla famigerata scatoletta di tonno sottomarca in questo terribile frangente???

No.
Tranquilli: uscire dal tunnel è possibile. Soprattutto se si inizia a considerare che per preparare una busta di similcibo ci si impiega lo stesso tempo che per un bel piatto naturale su misura (si va dall'insalatona alla pastasciutta, passando per la carne ai ferri e per il pesce in forno) - Non di sole confezioni vive lo studente famelico. Amen.

Ok, fine della parentesi motivazionale. Del resto, se proprio non ce la fate, avete sempre la possibilità di masticare il polpaccio del vostro coinquilino; mal che vada avrete precedenti famosi, con un tocco da revival Divina Commedia. Se poi lo farete con stile, chiameranno pure Hopkins e vi dedicheranno un film.
Benissimo! Ci siamo. Per captatio benevolentiae e per farvi dimenticare tutte le cavolate scritte fino ad ora, stasera vi svelerò cosa mi sono inventata un mesetto addietro che, tra l'altro, sta lievitando in forno mentre scrivo...
Utensili: Ciotola capiente a bordi alti in cui usare le fruste elettriche, teglia da forno abbastanza grande (diciamo circa 50 cm di diametro), un tritatutto elettrico, uno sbattitore con fruste elettrico, una grattugia, un coltello (o un pelapatate), un cucchiaio, una bilancia da cucina.
Ingredienti: 4 uova (tuorlo e albume), 200 g zucchero, 240 g farina (+10g), 160 g amaretti duri, 4 carote medie, scorza di un limone, 50 g burro (+10g), 2 dita d'acqua, 1 bustina di lievito.


In una ciotola capiente a bordi alti versate le uova, lo zucchero e la farina.

Tagliato il pezzetto di burro, fatelo sciogliere sul fuoco (l'ideale sarebbe possedere un microonde, ma non si può avere tutto dalla vita...).  L'obiettivo evidentemente non è quello di usarlo come grasso bollente da rovesciare sui passanti che voi credete intenzionati ad assediare la vostra magione: piuttosto, con fare pacifico, unitelo alle uova-zucchero-farina nella ciotola.

Mescolate un minimo.

Pelate le carote e tritatele in modo che venga un'inquietante pappina arancione. Sbattete anche questa dentro la ciotola.

Stessa operazione da farsi (più o meno) con il limone: grattugiatelo, facendo bene attenzione a non asportare la parte bianca sotto la buccia gialla (banalmente: è amara), ed immettetelo nella maxiciotola insieme al resto.

Visto che adesso ci dovrebbe essere un piccolo assembramento di ingredienti dentro quella santa ciotola, il mio consiglio è di imprimere una sferzata di vivacità al tutto con una botta di fruste elettriche: mescolate bene, facendo attenzione a non schizzarvi e a non distruggere la cucina se domani è il vostro turno di pulizia. Se, invece, avete litigato con i coinquilini e passata la mezzanotte sarà il loro giorno di fatica, portando lo sbattitore a potenza massima ed inclinando adeguatamente il recipiente vi assicurerete una totale rottura dei rapporti. Se il vostro amico d'appartamento è incline alla devianza, io suggerisco di mantenere potenza 1, massimo 2.
Prendete la confezione degli amaretti duri e iniziate a romperli/sbriciolarli. Io lo faccio con la confezione ancora chiusa: faccio meno casino in cucina e non mi rovino troppo le mani...Quando avrete sbriciolato questi biscottini semplicemente divini, aprite l'imballaggio e fate in modo che nella ciotola, con tutto il resto, ce ne arrivino 150 o 160 grammi. Il resto siete autorizzati a papparvelo.

Accendete il forno a 180°C. Modalità ventilata, se avete l'enorme fortuna di possederne uno in cui questo sia possibile.

Bon. Acqua (pochissima) nella ciotola, dopodiché un nuovo piccolo giro di frusta.

Siete quasi alla fine! Versate una bustina di lievito in polvere e sbattete di nuovo il tutto, a velocità molto moderata ma in modo completo.

Ora che l'impasto è finito, imburrate una teglia per poi setacciarvi un pochino di farina (ma proprio poca eh!). Quest'operazione serve perché il dolce non si attacchi una volta sfornato.

Versate il composto, che sarà stramolliccio, nella teglia imburrata ed infarinata e, quando il forno avrà raggiunto temperatura, infornate il tutto per circa 40 minuti (come già detto, a 180°C).
Nel giro di tre quarti d'ora farete uscire la vostra bomba calorica della settimana.

Buona palestra post-rimorso!