Quando penso alla sopravvivenza alimentare dello studente universitario fuori sede mi sovviene l’agghiacciante immagine del mio amato frigorifero a Tallinn: pieno al punto giusto ma con la demoniaca capacità di generare strane muffe fosforescenti sui piatti più disparati (la rotellina per abbassare la temperatura tropicale all’interno venne rinvenuta solo 3 settimane prima del nuovo trasloco). O l’espressione sbigottita di mio padre nell’assaggiare la mia innovativa pasta al sugo e cannella inventata in tempi di necessità (a volte è meglio occultare al grande pubblico la nostra fantasia di chef incompresi. In un futuro ci apprezzeranno!).
Ed ecco che arriva allora la Gnammotattica, piccolo e battagliero compendio culinario per lo studente fuori sede, buttato giù da un paio di giovani pischelli appassionati di cucina.
Perché liberarsi dalla schiavitù della scatoletta di tonno non è un miraggio.
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