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sabato 9 ottobre 2010

Torta di carote e amaretti alla Naeratus - Una golosa gnammoricetta originale!!!

Ehm ehm...Chiedo umilmente perdono per l'assenza dalle cucine 2.0: il leviatano dell'università mi ha trascinato in uno psichedelico vortice di studio-tesi-accesso alla magistrale ed altre operazioni masochistiche sulla mia persona che non starò qui a descrivere. Avrà ceduto il nostro eroe Naeratus alla famigerata scatoletta di tonno sottomarca in questo terribile frangente???

No.
Tranquilli: uscire dal tunnel è possibile. Soprattutto se si inizia a considerare che per preparare una busta di similcibo ci si impiega lo stesso tempo che per un bel piatto naturale su misura (si va dall'insalatona alla pastasciutta, passando per la carne ai ferri e per il pesce in forno) - Non di sole confezioni vive lo studente famelico. Amen.

Ok, fine della parentesi motivazionale. Del resto, se proprio non ce la fate, avete sempre la possibilità di masticare il polpaccio del vostro coinquilino; mal che vada avrete precedenti famosi, con un tocco da revival Divina Commedia. Se poi lo farete con stile, chiameranno pure Hopkins e vi dedicheranno un film.
Benissimo! Ci siamo. Per captatio benevolentiae e per farvi dimenticare tutte le cavolate scritte fino ad ora, stasera vi svelerò cosa mi sono inventata un mesetto addietro che, tra l'altro, sta lievitando in forno mentre scrivo...
Utensili: Ciotola capiente a bordi alti in cui usare le fruste elettriche, teglia da forno abbastanza grande (diciamo circa 50 cm di diametro), un tritatutto elettrico, uno sbattitore con fruste elettrico, una grattugia, un coltello (o un pelapatate), un cucchiaio, una bilancia da cucina.
Ingredienti: 4 uova (tuorlo e albume), 200 g zucchero, 240 g farina (+10g), 160 g amaretti duri, 4 carote medie, scorza di un limone, 50 g burro (+10g), 2 dita d'acqua, 1 bustina di lievito.


In una ciotola capiente a bordi alti versate le uova, lo zucchero e la farina.

Tagliato il pezzetto di burro, fatelo sciogliere sul fuoco (l'ideale sarebbe possedere un microonde, ma non si può avere tutto dalla vita...).  L'obiettivo evidentemente non è quello di usarlo come grasso bollente da rovesciare sui passanti che voi credete intenzionati ad assediare la vostra magione: piuttosto, con fare pacifico, unitelo alle uova-zucchero-farina nella ciotola.

Mescolate un minimo.

Pelate le carote e tritatele in modo che venga un'inquietante pappina arancione. Sbattete anche questa dentro la ciotola.

Stessa operazione da farsi (più o meno) con il limone: grattugiatelo, facendo bene attenzione a non asportare la parte bianca sotto la buccia gialla (banalmente: è amara), ed immettetelo nella maxiciotola insieme al resto.

Visto che adesso ci dovrebbe essere un piccolo assembramento di ingredienti dentro quella santa ciotola, il mio consiglio è di imprimere una sferzata di vivacità al tutto con una botta di fruste elettriche: mescolate bene, facendo attenzione a non schizzarvi e a non distruggere la cucina se domani è il vostro turno di pulizia. Se, invece, avete litigato con i coinquilini e passata la mezzanotte sarà il loro giorno di fatica, portando lo sbattitore a potenza massima ed inclinando adeguatamente il recipiente vi assicurerete una totale rottura dei rapporti. Se il vostro amico d'appartamento è incline alla devianza, io suggerisco di mantenere potenza 1, massimo 2.
Prendete la confezione degli amaretti duri e iniziate a romperli/sbriciolarli. Io lo faccio con la confezione ancora chiusa: faccio meno casino in cucina e non mi rovino troppo le mani...Quando avrete sbriciolato questi biscottini semplicemente divini, aprite l'imballaggio e fate in modo che nella ciotola, con tutto il resto, ce ne arrivino 150 o 160 grammi. Il resto siete autorizzati a papparvelo.

Accendete il forno a 180°C. Modalità ventilata, se avete l'enorme fortuna di possederne uno in cui questo sia possibile.

Bon. Acqua (pochissima) nella ciotola, dopodiché un nuovo piccolo giro di frusta.

Siete quasi alla fine! Versate una bustina di lievito in polvere e sbattete di nuovo il tutto, a velocità molto moderata ma in modo completo.

Ora che l'impasto è finito, imburrate una teglia per poi setacciarvi un pochino di farina (ma proprio poca eh!). Quest'operazione serve perché il dolce non si attacchi una volta sfornato.

Versate il composto, che sarà stramolliccio, nella teglia imburrata ed infarinata e, quando il forno avrà raggiunto temperatura, infornate il tutto per circa 40 minuti (come già detto, a 180°C).
Nel giro di tre quarti d'ora farete uscire la vostra bomba calorica della settimana.

Buona palestra post-rimorso!

lunedì 16 agosto 2010

Biscotti cacao, miele e cannella | Una spinta cioccolatosa alle calorie estive

Tutti i giornaletti ed i settimanali in edicola sostengono che l'estate sia il periodo in cui la nostra forma fisica si fa più snella e smagliante. Benissimo! Visto che provo un certo rancore nei confronti di affermazioni di questo genere, voglio ingolosirvi con dei saporiti biscottini assimilabili a piccole bombe caloriche...per di più dalla ricetta semplicissima. In questo modo la sottoscritta non si sentirà più troppo sola nei suoi continui duelli con la bilancia.


Ergo, non facciamoci spaventare dalla lunghezza della descrizione a seguire! Vi accorgerete voi stessi che preparare questi biscotti è una cavolata galattica.

Utensili: Ciotola; Tavolo; Mattarello; Carta da forno (o burro per imburrare); Stampini per biscotti (o un bicchiere); Teglie/Leccarda; Coltello
Ingredienti: Farina 250 g; Zucchero 160 g; Burro a cubettini 150 g + burro per imburrare teglie, se necessario; Cacao 45 g; Uova 2 tuorli (lasciare da parte gli albumi per la fine); Cannella in polvere 1 cucchiaio; Miele 3 cucchiai; 1 Limone (la buccia gialla).


Prima cosa: svuotare il forno di tutte le padelle che vi abbiamo dimenticato dentro nel giro di due mesi ed accendere a 160 gradi!
Nelle ricette lo mettono sempre scritto in fondo – così, regolarmente, si arriva con l'impasto pronto e bisogna aspettare che il forno si scaldi. Se lo accendiamo prima, siamo sicuri di poter piazzare subito i nostri beneamati biscotti.
Già che ci siete, scegliete o la leccarda (quella teglia piatta piatta che occupa un intero ripiano del forno) o delle teglie normali ma abbastanza capienti. Se avete della carta da forno, adagiatela sul fondo di ogni teglia (o leccarda). Altrimenti imburrate e infarinate perché i biscotti poi non si attacchino.

In una ciotola capiente versate...tutti gli ingredienti!

Qualche suggerimento:
1) Buttate via subito i gusci delle uova e lavate le mani. Tenete gli albumi da parte in una tazza.
2) Per quanto riguarda la buccia di limone sarebbe preferibile grattugiarla dopo averlo lavato con cura, ma possiamo anche tagliare con il coltello delle fettine sottili che sminuzzeremo prima di versare nell'impasto.
Attenzione: quando preparate i dolci, evitate di aggiungere la parte bianca della buccia di limone: è molto amara.
Allora...pronti? Amalgamate con le vostre dorate manine! Deve venire, piano piano, un composto gommoso, come se fosse una pallina. Possibilmente non troppo molliccio: in tal caso, aggiungete un pochino di farina.
Continuate a lavorare la pasta in modo energico su una superficie piana.

Adesso prendiamo la pallina di impasto cioccolatoso e con un mattarello cosparso di farina (o con un manico di scopa pulito e resistente...) la stendiamo sul tavolo leggermente infarinato. La farina in questo caso serve a non far attaccare la pasta alle superfici!

Stirate la pasta fino ad ottenere uno spessore di circa ½ centimetro, dopodiché...via di formine! In caso di assenza di stampini per biscotti, dei bicchieri svolgeranno comunque il compito in modo egregio...Se qualcuno avrà qualcosa da questionare, rispondete che avete abbracciato la moda minimal.

Per evitare di rompere o deformare i vostri biscotti mentre li trasportate dal tavolo alle teglie, aiutatevi con un coltello o con una spatola per staccarli dalla superficie.

Ci siamo? Ora che tutto il vostro impasto si è trasformato in simpatici biscottini armatevi di pennello da cucina (anche qui...se non l'avete, la creatività vi imporrà di usare cucchiaio e dita...) e spennellate i biscotti con l'albume (bianco dell'uovo) che avevate messo da parte in una tazza. Questo si fa per ottenere dei biscotti lucidi in superficie e possibilmente non bruciacchiati, oltre che per fissare delle eventuali decorazioni (palline di zucchero, canditi, granelle di mandorle) che disporrete sui dolcetti a vostro totale arbitrio.

Conclusa anche questa operazione...beh, io direi che si può infornare! Controllate che il forno sia caldo e in funzione (se il gas sta uscendo senza che il fuoco sia acceso, non è proprio una situazione ottimale), inserite teglie e/o leccarda nei piani medio-alti e aspettate 20-35 minuti (a seconda del forno...). Ricordate di dare il via al timer.

Di tanto in tanto controllate l'andamento della cottura inserendo uno stuzzicadenti in un biscotto. Non fatevi ingannare dall'apparente consistenza molliccia! Facendo andare il tutto per più di 40 minuti rischiate dei biscotti un po' troppo cotti.

Lasciate raffreddare e sfogate tutta la vostra golosità estiva!!!

martedì 13 luglio 2010

Pasta al burro | "Quando sei disperatoooo..."

Il titolo richiama quella famosa canzone di Masini...Ovvero:
state tentando di preparare l'ennesimo esame iniziando a studiare 5 giorni prima? O magari arrancate per l'umidità che sta distruggendo la vostra già latitante pressione sanguigna...? Per di più non avete NULLA in casa.
Niente paura. L'arte culinaria (che non è una pratica osé di baldanzoso nudismo) viene incontro anche a chi è come voi: in condizioni totalmente disperate.
La pasta al burro è decisamente quel che fa al caso nostro...

Sono sicura che scavando nei vostri sbiaditi ricordi di un'infanzia felice, vi imbatterete in un piatto di farfalle al burro. Benissimo, recuperate quest'eterea immagine dal dimenticatoio e rendete il pasto di oggi un po' più felice.

Utensili: Pentola; Cucchiaio di legno; Scolapasta.

Ingredienti: [Pasta 80 – 100 g a cranio, possibilmente corta (farfalle, penne, pennette, fusilli...); Sale grosso;]
un bel pezzetto di Burro (almeno 20 g a testa);
+ Parmigiano o Grana (ma è un optional)

Cuocete la pasta, secondo il solito procedimento indicato qui.
Potete usare qualsiasi tipo di pasta, anche se io preferisco in questo caso quella corta (penne, pennette, farfalle, fusilli...). Attenzione che formati come farfalle e fusilli possono necessitare di un maggiore tempo di cottura per ottenere una consistenza più omogenea: ad esempio le farfalle tendono a rimanere un po' più crude al centro.

Mescolate ed assaggiate come va fatto di norma.
A termine cottura scolate la pasta.

Ci siete?
Prendete la pentola svuotata e riempitela con la pasta cotta e scolata.

Importante: Adesso seguite questo procedimento per condire il vostro elaboratissimo primo piatto con molta attenzione ed estrema minuzia:

Aggiungete il burro.
Mescolate facendolo sciogliere.
Fine.


Optional: chi vuole può spolverare con grana o parmigiano grattugiato, badando bene a non dimenticare in frigo (o ancor peggio all'aria aperta) il piatto con il formaggio: a mie spese ho imparato che il sapore di qualsiasi primo con formaggio grattugiato, se non mangiato subito, assume un disgustoso sapore acido.

P.s.: Onestamente ho provato vergogna mentre fotografavo la pasta al burro.
Perciò per la foto ho messo una cima di menta piperita.
Non è stata un'idea così bislacca: se si prendono delle foglie di menta (ammettiamo 6 per persona), si tritano a manina - spezzettandole - e si mescola il tutto il sapore è un po' più fresco ;-)
Ricapitolando:
Cuocere 80-100 g a testa di pasta, meglio se corta;
Quando pronta scolare;
Aggiungere 20 g di burro per porzione e mescolare facendolo sciogliere;
Optional: spolverare di formaggio grattugiato.
(Farlo solo per la pasta che si è certi di mangiare subito: la pasta col formaggio, se avanzata, rischia di irrancidire.)

venerdì 9 luglio 2010

Sugo di pomodoro | Utilizzare semplici pomodori per un sorprendente sugo base!

Giornate fresche le ultime, uh?
Gli oltre 30 gradi che regnano indomiti praticamente ovunque, i capelli arruffati in modo irrimediabile (ma molto estivo!) ed i fogli che si appiccicano agli avambracci non invitano alla pratica dei fornelli.
Però! C'è un però. Forza ragazzi, è luglio...! Il tempo di saluti prima di ritrovarsi a settembre...vogliamo mettere una bella cena in casa (rigorosamente low cost, chiaro...non c'era nemmeno da chiederselo) con i nostri amici?
E se magari fosse una pasta con un sughettino buono buono fatto al momento dalle nostre sacrosante manine?
Dimostriamo a noi stessi e agli altri che non siamo votati solo al dio del banco freezer...
Questa è una ricetta per un sugo di pomodoro veloce, semplice ma squisito.
Non spaventatevi per la lunghezza della ricetta! Ci si mette meno a preparare che non a spiegare ;-) Una volta imparata, la riutilizzerete molto molto spesso, lo assicuro! Funge da base per un sacco di varianti golose. Un po' come se fosse la pizza margherita sulla quale decidiamo che ingredienti sparpagliare ;-)

Utensili: [Pentola; Scolapasta]
Padella media grandezza; Coltello; Cucchiaio di legno; (eventuale Paraschizzi, optional);

Ingredienti: [Pasta; Acqua; Sale grosso]
Pomodori rossi; Cipolla; 1 spicchio di Aglio; Olio; Sale fino; Zucchero; (eventuali Peperoncino e una noce piccola di Burro)

Possiamo procedere in contemporanea rispetto alla bollitura dell'acqua per la pastasciutta: le due cose andranno pari passo e nel giro di pochissimo tempo avremo un primo piatto genuino e saporito.

Prendiamo una padella e mettiamola sul fuoco moderato. Non va lasciata troppo tempo senza nulla all'interno: rischiamo di danneggiarla e di beccarci un sacco di schizzi quando verseremo l'olio.

Per l'appunto. L'olio (possibilmente extra vergine d'oliva...se troppo costoso ripieghiamo su quello vergine e basta): disegniamo una bella spirale sul fondo della padella e facciamo in modo che si spanda bene.

Lasciamo scaldare un minuto...non troppo, altrimenti schizzerà tutto appena verrà a contatto con qualcosa di freddo!

Prendiamo adesso i pomodori (vanno bene anche quelli piccoli. L'importante è che siano rossi – ergo, non quelli verdognoli da insalata) e li tagliamo come crediamo più opportuno: se abbiamo i ciliegini li faremo in 4 spicchi, se abbiamo in casa quelli più grossi li faremo a fette. Non è necessario essere artistici e precisi, tanto li butteremo subito nella padella insieme all'olio ;-)

Ora è la volta della cipolla: va bene bianca, gialla o rossa, come si preferisce, l'importante è tenere a mente che man mano che aumenta il colore diminuisce la sua cipollosità (le cipolle bianche sono normalmente più forti in sapore rispetto a quelle rosse, che rimangono più dolci). Tagliamo 3 o 4 rondelle di cipolla e gettiamole nel nostro sugo. Se ci piace, possiamo anche aggiungere uno spicchio d'aglio. Io lo preferisco in camicia, ossia non spellato del tutto...rimane più profumato e meno forte.

Adesso è il momento dell'ordalia del fuoco: la fiamma va alzata un po', rispetto a prima. Con un cucchiaio di legno (presumibilmente lo stesso che stiamo usando per mescolare di tanto in tanto la pasta nella pentola accanto) schiacciamo i pomodori a fette o a spicchi, prestando attenzione a non schizzarci la nostra camicia bianca preferita che – con grande furbizia – al ritorno dall'università non abbiamo provveduto a buttare sulla sedia. Schiacciare, schiacciare, distruggere...ve lo ricordate il momento dei Titani in Hercules? Se sì, vuol dire che siete drogati di cartoni Disney esattamente come me. Altrimenti, per questa volta ve la passiamo buona e continuiamo a spiegarvi il sugo di pomodoro...

Benone, spiaccicati i pomodori, provvederemo sempre e comunque a rimescolare il tutto abbastanza di continuo. Nel sughetto va aggiunto il sale, rigorosamente fino (4 pizzichi dovrebbero bastare) e un pizzico di zucchero, che serve ad eliminare l'eventuale acidità data dal pomodoro. Ad ogni modo, per sapere se dobbiamo aggiustare di più col sale, dovremo assaggiare (sì, assaggiare prima di servire, come si sarà intuito, è una regola base della cucina, anche di quella survivor dello studente fuori sede!).

Ci siamo? Non perdete d'occhio la pasta che sta bollendo, mi raccomando!

Ora che siamo quasi alla fine, se vediamo il nostro sugo un po' ristretto (l'acqua, cari miei, evapora...) possiamo aggiungere un filo d'olio. Un filo però, i pomodori non devono navigarci...
C'è chi aggiunge una fettina di burro dello spessore di un paio di millimetri. Fate voi ;-)

Alla fine (la pasta sarà indicativamente pronta) a me piace spolverare con un po' di spezie, in particolare un briciolo di peperoncino in polvere...però sono gusti! L'importante è speziare sempre all'ultimo e non in fase di cottura, per non rischiare di ottenere un sugo amaro.

Spegniamo il fuoco e uniamo la nostra pasta scolata nella padella (se questa è abbastanza grande per contenere il tutto e permettere di mescolare per distribuire uniformemente il sugo).
Se stiamo usando una padella non abbastanza grande...troviamo un recipiente per poter mescolare il tutto – anche la pentola, semmai! - e...cibo!

Il sugo al pomodoro così ottenuto dalle mie parti si chiama "pomarola": è una ricetta facile e rapida ed è evidentemente perfetta se non siamo carnivori o se abbiamo invitato degli amici vegetariani!
Ricapitolando:
Mettere a bollire l'acqua per la pasta, normalmente, e preparare il sugo nel frattempo.
Tagliare pomodori rossi (spicchi o fette, è uguale).
Padella su fuoco medio: versare olio.
Versare in padella con olio i pomodori.
Tagliare qualche rondella di cipolla ed unire in padella.
Aggiungere anche aglio: se in camicia (non totalmente sbucciato) è meno forte.
Alzare fiamma di un po' e prestare attenzione a eventuali schizzi.
Schiacciare pomodori con cucchiaio legno per creare il sugo.
Mescolare sempre, per non bruciare.
Salare con sale fino e spargere pizzico di zucchero (anti-acidità).
Assaggiare e semmai aggiustare di sale / zucchero.
[Aggiungere olio se sugo è troppo ristretto (=evaporata troppa acqua)
Optional: aggiungere piccola noce di burro e/o spolverare di spezie (peperoncino)]
Scolare la pasta, unirla e mescolare bene.

venerdì 25 giugno 2010

Pasta fredda della zia Fiamma | Un velocissimo primo per sentirsi in spiaggia!

Se vi state sciogliendo per il caldo (olè!) estivo di questo giugno che volge al termine MA, nonostante tutto, la vostra fame assassina reclama un pasto che non sia composto da foglie verdi per una percentuale superiore al 30% (oggi siete evidentemente in “L'insalata è erba e io non sono una capra!” mode ON), io propongo un riutilizzo davvero strategico di buona parte di quegli ingredientuzzi dell'insalata estiva per originare una brillante pasta fredda che rinfreschi il palato ma corrobori lo spirito.
Inutile aggiungere che questo primo piatto/piatto unico è di una facilità davvero disarmante.


Utensili: [Pentola; Cucchiaio di legno per mescolare; Scolapasta;]
Piatto; Coltello; Ciotola grande;
Ingredienti: [Pasta corta 80-100 g a testa; Sale grosso; Acqua;]
Feta / mozzarella / provolone (anche tutti insieme); Pomodorini / pomodori rossi; 1 Scatoletta di tonno; Basilico; Olio a piacere;

Acchiappate della pasta corta (pennette, penne, fusilli, farfalle...) e cuocetela secondo le solite indicazioni, che trovate qui.

Ne approfitto per precisare che, se vi accadesse di trovarvi con 30 grammi di un tipo e 50 di un altro (come è successo a me oggi ;-) ), non dovete andare in panico!
Anche se i due formati hanno due tempi di cottura differenti, basterà gettare nell'acqua bollente prima quello che richiede più tempo, poi, passati i minuti di differenza, aggiungere l'altro.
Esempio: Pasta X 12 minuti – Pasta Y 8 minuti; Buttare la pasta X, attendere 4 minuti, aggiungere la pasta Y e lasciar finire la cottura insieme.

Mentre la pasta cuoce, assemblate sul tavolo: feta (ma sono ok anche la mozzarella o il provolone...o anche tutti e tre se volete shakerarvi il fegato in una digestione iperproteica!), pomodorini, scatoletta di tonno e basilico.

Tagliate la feta (o il formaggio scelto) a cubetti, i pomodorini a fette, scolate e frantumate il tonno e sminuzzate con le mani il basilico.

Nessuno vi conferirà dei premi per la precisione certosina in cui vorrete effettuare il vostro lavoro di accoltellamento degli ingredienti, né questo sito ha intenzione – almeno momentaneamente – di indire concorsi per il piatto più geometrico, ragion per cui vi consiglio vivamente di affettare il tutto senza troppe menate.

Quando la pasta sarà ormai pronta, scolatela e...raffreddatela! Come? Ovviamente NON mettendola in frigo, se non volete pietrificarvi quando l'Enel vi manderà i suoi salutini il mese prossimo (MAI, MAI, MAI piazzare il cibo ancora caldo in frigo! Siete studenti squattrinati, non proprietari di 47 ville in Costa Azzurra).

Vi lascerei la suspence, ma sarò clemente e banale, rilanciando il suggerimento di raffreddare la pasta sotto l'acqua fredda corrente. Sì, stavolta contaminerà la vostra pastasciutta. Tranquilli, la state immolando solo per ragioni d'importanza superiore.

Quando la pasta sarà fredda, optate per una ciotola grande, versatela ed amalgamate il resto!


Potete rendere il tutto più sguiscioso con un paio di cucchiai d'olio extra vergine d'oliva...

E adesso...Head Isu! Buon appetito :-)

Ricapitolando:
Cuocere pasta corta, normalmente. Contare come sempre 80-100 g a testa.
Preparare: pomodorini tagliati a spicchi, cubetti di feta, tonno in scatola scolato, foglie di basilico sminuzzate.
Quando cotta, passare la pasta sotto acqua corrente fredda, in modo da portarla a temperatura ambiente o poco meno.
In una scodella pulita, mescolare la pasta corta agli ingredienti.
Aggiungere olio a piacere se lo si desidera.

giovedì 17 giugno 2010

Pasta al sugo e piselli | Zittire lo stomaco con gusto

Terribile voglia di pastasciutta al sugo, ma con qualche sfizio in più? Magari non avete voglia di smazzarvi e preparare anche il secondo...Vi capisco terribilmente.

Ma non serve andar lontano...basta avere una cipolla, uno spicchio di aglio, una scatoletta di passata di pomodoro e una di piselli, per preparare un buon sugo che limiti l'atavico “Sgrowl!” del vostro stomaco di squattrinato studente universitario fuori sede.

Utensili: Pentola per cuocere pasta; Padella; Cucchiaio legno; Scolapasta

Ingredienti: [Pasta 80-100 g a testa, acqua e sale grosso]
Olio; 1 Spicchio d'Aglio; Cipolla; Passata di pomodoro in lattina (200 g ogni 100 g di pasta circa); Piselli in lattina (70 g sgocciolati a testa. Due persone: una lattina piccola); Sale fino; Zucchero.


Mettete a cuocere la pasta, seguendo le indicazioni che trovate qui.

Mentre l'acqua è in pentola, in una padella di medie dimensioni versate un poco di olio e uno spicchio di aglio in camicia – significa che non dovrete stare a sbucciarlo; in questo modo il sapore sarà meno forte.

Accendete il fuoco, avendo cura di non tenerlo troppo alto, per non schizzarvi!

Tagliate qualche rondella di cipolla previamente sbucciata e adagiatela con cura nell'olio. Fate presto ad unirla, prima che l'olio diventi troppo caldo ed inizi a friggere.

Non lanciatela! L'olio bollente era un'efficacissima arma contro gli assedi medievali: voi non state espugnando una padella e l'olio che arriva dritto sui peletti delle braccia può essere vagamente spiacevole...perciò, sempre attenti ai movimenti!

Fate sì che l'olio si spanda nella padella: non deve essere troppo poco (brucereste tutto), ma nemmeno in quantità tali da annegare tonnellate di cipolle. Ebbene sì, state facendo un soffritto di cipolle...non una lezione di sub nel grasso vegetale.

Mescolate di tanto in tanto con un cucchiaio di legno.

Quando la cipolla è diventata un po' più dorata (giallina, non carbonizzata), abbassate al minimo il fuoco e versate la passata di pomodoro...a pezzi, liscia...è uguale. Basta che lo facciate con delicatezza e decisione.

Fuoco medio adesso. Girate, mescolate bene la passata: si deve leggermente “restringere”, vale a dire che deve diventare meno acquosa grazie all'evaporazione. Assaggiatela.
Aggiungete dei pizzichi di sale fino (io, preparando per 2 persone "e mezzo" ce ne metto tre abbondanti su 400 g di pomodoro – che è ok per 220 g di pasta circa) e dello zucchero.

Non esageriamo con quest'ultimo...è pastasciutta, non crema pasticcera! Lo zucchero serve ad abbassare l'acidità del pomodoro ;-)

Ri-assaggiamo di tanto in tanto e correggiamo di conseguenza...

La pasta intanto starà cuocendo.

Adesso è la volta dei piselli: apriamo la scatoletta, scoliamoli, sciacquiamoli e scoliamoli nuovamente. Pluff! In padella anche loro. Alzate leggermente il fuoco e continuate a girare...

Quando i piselli saranno bene amalgamati al sugo e non appariranno più come monadi leibniziane, ri-assaggiamo il sugo e correggiamolo di sale o di zucchero se ce ne sarà necessità.

Una piccola noce di burro poi completerà l'opera.
Ci siamo con la pasta? Scolatela bene, sbattetela nella padella e mescolate bene, tenendo la fiamma bassa!
Il pranzo è pronto!


Ricapitolando:
In padella fuoco basso: Olio, Aglio in camicia.
Aggiungere rondelle di cipolla e mescolare fino a doratura. (i.e. soffritto di cipolla).
Versare passata di pomodoro (200 g su 100 di pasta a secco). Mescolare.
Fuoco medio-alto.
Aggiungere sale fino e zucchero, assaggiare ed aggiustare.
Scolare piselli ed unirli a sugo. Mescolare.
Aggiungere noce di burro.
Scolare la pasta ed unirla.

martedì 15 giugno 2010

Gnammotattica! Il compendio culinario per lo studente fuori sede.

Quando penso alla sopravvivenza alimentare dello studente universitario fuori sede mi sovviene l’agghiacciante immagine del mio amato frigorifero a Tallinn: pieno al punto giusto ma con la demoniaca capacità di generare strane muffe fosforescenti sui piatti più disparati (la rotellina per abbassare la temperatura tropicale all’interno venne rinvenuta solo 3 settimane prima del nuovo trasloco). O l’espressione sbigottita di mio padre nell’assaggiare la mia innovativa pasta al sugo e cannella inventata in tempi di necessità (a volte è meglio occultare al grande pubblico la nostra fantasia di chef incompresi. In un futuro ci apprezzeranno!).
Ed ecco che arriva allora la Gnammotattica, piccolo e battagliero compendio culinario per lo studente fuori sede, buttato giù da un paio di giovani pischelli appassionati di cucina.

Perché liberarsi dalla schiavitù della scatoletta di tonno non è un miraggio.